TRUE TEARS
Titolo | TRUE TEARS |
Titolo originale | トゥルーティアーズTurū Tiāzu |
Genere | Scolastico, Sentimentale |
Durata | 13 episodi (24 min.) |
Anno | 2008 (it. inedito) |
Regia | Junji Nishimura |
Soggetto | Mari Okada |
Sceneggiatura | Mari Okada |
Character design | Yumehito Ueda (orig.), Kanami Sekiguchi |
Musiche | Hajime Kikuchi |
Una produzione | P.A.Works |
In breve | Shinichiro è innamorato di Hiromi, ma c’è il rischio che possa essere sua sorellastra. Mentre cerca di capire come stanno le cose, frequenta una ragazza che lo considera la reincarnazione di un pollo. |
![]() Stavolta Mari Okada, a differenza di uno strappalacrime come Ano Hana, tenta di far trattenere il più possibile le lacrime ai suoi personaggi (e agli spettatori). Se proprio devono piangere, che succeda per un motivo importante e che siano lacrime sincere! Ma se non si piange (anche se non manca certo il melodramma), non si ride nemmeno. La storia è pervasa da toni decisamente cupi. Si guardi ad esempio il momento della cena in famiglia, dove si alternano silenzi imbarazzanti e malumori. Ma non solo. Hiromi è triste e apatica, quando entra in competizione con Noe si dimostra persino meschina. Noe è all’apparenza solare, ma è il volto alienato di Hiromi. Si arrampica sugli alberi per procurarsi mangime più vicino al cielo (?) per far volare meglio il suo pollo. Dopo la sua morte, considera Shinichirou un suo sostituto e gli porta il mangime (?) in classe o glielo lascia nell’armadietto. Aiko frequenta Miyokichi, pur continuando a essere innamorata di Shinichirou. Miyokichi, il meno complessato di tutti e il più onesto con i propri sentimenti, fatica ad avere un posto nel cuore di Aiko. Si configura semmai come una scelta di seconda mano. Per non parlare dell’inutile relazione tra Hiromi e Jun. True tears si rivela una storia che può volare tanto quanto i polli Jibeta e Raigomaru. Non decolla perché non basta la volontà di spiccare il volo, se non ci sono i presupposti. La serie infatti non è altro che un sentimentale arido, appesantito dalla componente family drama e da soluzioni narrative imbarazzanti. |
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Punti di forza | A metà strada tra lo scolastico e l’harem, ma distante dagli schemi tipici di entrambi i generi. L’indagine introspettiva ricorre a un linguaggio metaforico che fa riferimento alle lacrime e al tentativo di far volare una gallina. Della scuola sono privilegiati gli spazi aperti come il pollaio, le arrampicate sugli alberi, le gradinate dove gli studenti mangiano il bento. Gli interni appartengono a una dimensione intima, spesso soffocante o dolorosa. Buone la opening e la ending. |
Punti di debolezza | Tensioni (e morbosità) famigliari appesantiscono le vicende. Peccato aver lasciato sullo sfondo un personaggio positivo come Miyokichi, solo per complicare la situazione sentimentale del protagonista. I risvolti finali sono troppo prosaici. Da lacrime amare. |
Visione del mondo | Tutti quanti voliamo, solo che non lo sappiamo ancora o scegliamo di non farlo. Ma una volta imparato, potremmo librarci senza più guardare il cielo. |
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