TERROR IN RESONANCE
Titolo | TERROR IN RESONANCE |
Titolo originale | 残響のテロル Zankyō no teroru (lett. “Il terrore dell’eco”) |
Genere | Thriller, Poliziesco, Mistero |
Durata | 11 episodi (24 min.) |
Anno | 2014 (it. 2016) |
Regia | Shinichiro Watanabe |
Soggetto | Shinichiro Watanabe (orig.) |
Sceneggiatura | Shōten Yano, Hiroshi Seko, Jun Kumagai, Kenta Ihara |
Character design | Kazuto Nakazawa |
Musiche | Yoko Kanno |
Una produzione | MAPPA |
In breve | Due adolescenti tengono sotto scacco il Giappone con i loro attacchi terroristici. Nei loro video caricati su internet, ricorrono a indovinelli per comunicare alla polizia il luogo dei prossimi attentati. Un agente scomodo accetta la sfida, anche a costo di rischiare il licenziamento. |
![]() Terror in Resonance racconta di due adolescenti terroristi che minacciano il Paese con attentati e rubano del plutonio per l’ultimo – e definitivo – attacco “nucleare”. Non c’è da stupirsi che per molto tempo il progetto di Watanabe non abbia ricevuto l’approvazione. Già i produttori di Mawaru Penguindrum avevano manifestato a Kunihiko Ikuhara tutta la loro perplessità per «una storia così infelice», che si riferiva all’attacco al sarin a opera della setta di Aum. La serie ci presenta anche un personaggio come l’agente Shibasaki, sensibile alla questione nucleare. È originario di Nagasaki e appartiene alla generazione successiva alle vittime dei bombardamenti e agli hibakusa (coloro che riuscirono invece a sopravvivere). Ma non stiamo parlando certo di rievocazioni storiche sulla falsariga di In questo angolo di mondo. Terror in Resonance è soprattutto un thriller. A differenza di Eden of the East, la tensione rimane alta per tutta la serie, anche quando si svelano certi retroscena misteriosi. Chi sono questi adolescenti? e perché hanno scelto la strada del terrorismo? si chiede legittimamente lo spettatore. Trattandosi del regista di Cowboy Bebop la risposta non sarà deludente! A deludere le aspettative ci pensa una sceneggiatura troppo zoppicante. Terror in resonance assomiglia a una canzone bellissima, finché non ci soffermiamo sulle parole. Le scelte registiche e grafiche contribuiscono a tenerci incollati allo schermo. Ed è senz’altro un aspetto da tenere in considerazione. Ci sono purtroppo molte serie che vorrebbero tenerci col fiato sospeso, ma riescono soltanto a farci addormentare, come B The Beginning. Luci, colori, atmosfere e – su tutti – il ritmo contribuiscono a creare suspense e a farci sentire soddisfatti della visione. Se si sofferma sulla storia si scoprono però incongruenze, risvolti poco plausibili e confusionari. Ci viene quasi il sospetto che sia una soluzione fin troppo comoda per tappare i buchi di sceneggiatura, interpretare Terror in Resonance (un po’ come è avvenuto per Evangelion) come una metafora sulla difficoltà di crescere. A proposito, leggetevi questa intervista a Watanabe. |
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Punti di forza | Ottimo comparto tecnico. Il ritmo coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. |
Punti di debolezza | Non riusciamo ad affezionarci ai personaggi. Certi sviluppi narrativi avrebbero meritato un approfondimento. |
Visione del mondo | Combattere lo Stato può essere un modo per uccidere (freudianamente) i propri genitori. |
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