SCUM’S WISH
Titolo | SCUM’S WISH |
Titolo originale | クズの本懐 Kuzu no Honkai (lett. “Il desiderio della feccia”) |
Genere | Drammatico, Scolastico, Psicologico |
Durata | 12 episodi (22 min.) |
Anno | 2017 |
Regia | Masaomi Ando |
Soggetto | Mengo Yokoyari (manga) |
Sceneggiatura | Makoto Uezo |
Character design | Mengo Yokoyari (orig.), Keiko Kurosawa |
Musiche | Masaru Yokoyama |
Una produzione | Lerche |
In breve | Hanabi sta con Mugi, ma per entrambi è una relazione di facciata. A lei piace il professore amico di famiglia, il quale corteggia garbatamente un’altra insegnante. Quest’ultima pare intenta ad acquisire un’esperienza enciclopedica in fatto di uomini, e ha inserito Mugi tra le innumerevoli voci in elenco. Ed è solo l’inizio. |
![]() Protagonisti, due adolescenti compagni di scuola (e fin qui, tutto regolare). Però hanno già una relazione in corso. E quindi non seguiremo il complicato e improbabile itinerario che li condurrà ad una faticosissima (e tanto sospirata) dichiarazione. Un plot in stile Lui & Lei? Più o meno. Senonché, fin dal primo episodio si mette in chiaro che ognuno dei due è il rimpiazzo dell’altro. Eh sì, perché la diciassettenne Hanabi in realtà è da sempre innamorata dell’amico di famiglia, ora divenuto suo insegnante. Peccato che lui – “un ragazzo così bravo da sfiorare la soglia della scemenza”, lo definirebbe Haruhi Suzumiya – si sia invaghito di un’affascinante collega, la professoressa Minagawa. Come se non bastasse, quest’ultima cerca di compensare la sua carenza di autostima seducendo quanti più uomini possibile. Nel novero dei suoi amanti occasionali troviamo Mugi, il ragazzo con cui esce Hanabi. E il cerchio si chiude. Completano il quadretto una ragazzetta apparentemente uscita da uno shojo per le medie inferiori. Va da sé, con una cotta per Mugi. E, dulcis in fundo, un’altra compagna di scuola desiderosa di iniziare Hanabi alle gioie dell’amore saffico. Nel mentre, la coppia Hanabi-Mugi è ammirata e invidiata da tutta la classe. Nessuno conosce le autentiche motivazioni che spingono i due a frequentarsi. Ossia, consolarsi a vicenda nella speranza di raggiungere, prima o poi, il vero oggetto dei desideri. Scum’s Wish mette in scena tre aspetti destinati ad attirare l’attenzione di chi, come noi, è abbastanza cresciuto per sapersi ancora godere uno scolastico alla Nisekoi. In primo luogo, come per OreGairu, il grande lavoro di approfondimento psicologico dei personaggi. Anche grazie ad una regia capace di esaltare l’individualità di ciascuno dei nostri (anti)eroi, con inquadrature miranti a valorizzare lo scavo nei recessi segreti dell’anima operato dalla sceneggiatura. In secondo luogo, l’interazione corporea tra i protagonisti. Eravamo abituati a vampate di pudìco rossore se soltanto due persone di sesso opposto si sfiorano le mani. Qui invece ci si bacia tranquillamente alla francese – con tanto di filamento di saliva a testimoniarlo – e ci si esplora le reciproche zone erogene con assoluta nonchalance. E infine, il nichilismo pervasivo di cui la serie è impregnata. Da un lato, è un ottimo rimedio contro tutta la melassa che siamo stati costretti a sciropparci negli ultimi anni. Ma d’altro canto, a volte si ha l’impressione che Kuzu no Honkai si ostini a picchiare deliberatamente sullo stesso tasto, quasi per una sorta di perverso autocompiacimento. |
Punti di forza | Concept interessante. Scelte registiche efficaci. Grafiche accattivanti. Il congegno messo a punto dalla sceneggiatura gira alla perfezione, senza mai grippare. Lo spettatore rimane intrigato dalla storia. Difficile rinunciare alla visione dell’episodio successivo… |
Punti di debolezza | … tuttavia, stringi stringi, in fondo alla pentola rimane ben poco sugo. Alcune dinamiche risultano un po’ tirate per i capelli. Stiamo parlando veramente di adolescenti alle prime armi? O piuttosto di trentenni disillusi e provati dalla vita, nel corpo di adolescenti? |
Visione del mondo | Facciamo la gara a chi sprofonda di più nella feccia. |
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