LIZ TO AOI TORI
Titolo | LIZ TO AOI TORI |
Titolo originale | リズと青い鳥 Rizu to Aoi Tori (lett. “Liz e l’uccellino blu”) |
Genere | Drammatico, Scolastico, Musicale |
Durata | 90 min. |
Anno | 2018 (it. inedito) |
Regia | Naoko Yamada |
Soggetto | Ayano Takeda (light novel Sound! Euphonium, illustrata da Nikki Asada) |
Sceneggiatura | Reiko Yoshida |
Character design | Futoshi Nishiya |
Musiche | Akito Matsuda, Kensuke Ushio |
Una produzione | Kyoto Animation |
In breve | Mizore e Nozomi, l’oboista e la flautista di Sound! Euphonium, sono arrivate all’ultimo anno: non è più così lontano, il momento delle scelte per l’avvenire e delle separazioni. Nel mentre, il gruppo si esercita su un brano tratto da una favola (Liz e l’uccellino azzurro) che presenta analogie con la situazione delle due amiche. |
![]() Liz to Aoi Tori sembra ispirarsi direttamente alla fiaba della contessa d’Aulnoy, piuttosto che al più celebre adattamento teatrale di Maeterlinck. In un’immaginaria Europa d’antan, Liz è una fanciulla molto amante degli animali con un’esistenza alquanto solitaria. Finché non stringe amicizia con una ragazza capace di trasformarsi in un uccellino azzurro che si stabilisce in casa sua. Quanto durerà, l’idillio? Ricordiamoci che gli uccellini, prima o poi, spiegano le ali e si librano in volo verso l’orizzonte… Ma questa altro non è, se non la favola che fa da sfondo alle vicende di Mizore e Nozomi, già conosciute durante la visione di Sound! Euphonium. Le due amiche, l’oboista e la flautista, sono ormai giunte al terzo (e ultimo) anno delle scuole superiori. Il gruppo del club di musica è alle prese con una partitura tratta proprio dalla storia di Liz e dell’uccellino azzurro. Un racconto fantastico tanto amato da Nozomi quando era bambina. Parallelismi e sovrapposizioni sono abbastanza evidenti: non è difficile scorgere nella timida, sensibile e gentile Mizore alcuni tratti tipici della personalità di Liz. Così come la vivacità e l’allegria dell’amica/uccellino azzurro riflettono il temperamento spigliato ed energico di Nozomi. La regia di Naoko Yamada, affiancata dal resto del team di A Silent Voice, punta discretamente i riflettori su due figure elevate al rango di protagoniste. Il tocco è delicato, la mano è leggera. E la sceneggiatura si sposa a meraviglia con questa impostazione, riuscendo perfettamente a trasmettere il pathos del non detto. Ossia, delle parole che rimangono strozzate in gola a Mizore, prigioniera della propria difficoltà nell’esprimere le emozioni che trapassano il suo animo. Per contro, la disinvoltura e la brillantezza di Nozomi veicolano in modo efficace il sapore a volte crudele della prima gioventù. I fan della serie ritroveranno in Liz to Aoi Tori l’inserto prezioso, la piccola gemma incastonata. Gli altri potranno forse avanzare dei dubbi sull’eccessiva tenuità del plot, quando lo si consideri sganciato dalla cornice di appartenenza. E l’estetismo esasperato che ogni tanto si rimprovera alla KyoAni? Questione già chiusa in partenza. Le innumerevoli scene eseguite in modo impeccabile – in termini di coinvolgimento emotivo dello spettatore e di resa della psicologia dei personaggi – sono argomentazioni che non ammettono repliche. Una su tutte? Il dialogo muto a distanza tra i finestroni. |
Punti di forza | Superlativo comparto tecnico, in grado di esaltare magistralmente la psicologia dei personaggi. |
Punti di debolezza | A seconda del grado di conoscenza (e di apprezzamento) della serie, l’impianto narrativo può apparire più o meno evanescente. |
Visione del mondo | Amare significa lasciare libere le persone di seguire la propria strada, anche a costo di una lontananza fisica (che non necessariamente implica una lontananza emotiva). |
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Liz (a destra) con l’amica/uccellino azzurro, simbolo di una felicità tanto radiosa quanto fuggevole