IRODUKU: IL MONDO A COLORI
Titolo | IRODUKU: IL MONDO A COLORI |
Titolo originale | 色づく世界の明日から Irozuku Sekai no Ashita kara (lett. “Dal mondo colorato di domani”) |
Genere | Soprannaturale, Slice of life, Sentimentale, Scolastico, |
Durata | 13 episodi (24 min.) |
Anno | 2018 |
Regia | Toshiya Shinohara |
Soggetto | Yuko Kakihara (orig.) |
Sceneggiatura | Yuko Kakihara |
Character design | Fly (orig.), Yuki Akiyama |
Musiche | Yoshiyaki Dewa |
Una produzione | P.A. Works |
In breve | Anno 2078. Hitomi è una ragazza proveniente da una famiglia di maghi. Fin da bambina non riesce a vedere i colori e da allora conduce un’esistenza solitaria e priva di emozioni. Per cercare di risolvere i problemi della nipote, la nonna Kohaku la manda indietro nel tempo di sessant’anni, quando lei stessa era diciassettenne. Nel passato avrà modo di fare amicizia con il club di fotografia. |
![]() La nonna di Hitomi vorrebbe che la nipote riacquistasse la facoltà di vedere i colori. Ma per guarire – e lo stesso vale per Tazaki Tsukuru – è necessario un viaggio nel passato. Tsukuru andrà alla ricerca dei vecchi amici che lo hanno abbandonato senza un motivo apparente. Hitomi andrà indietro nel tempo per farsi degli amici, sotto l’ala protettiva della nonna adolescente. Il plot di Iroduku è molto semplice e suggestivo, e la profondità dei contenuti è la sua dichiarazione d’intenti. Senza dubbio è una serie che genera aspettative. Ma a visione conclusa lo spettatore, se non resta deluso, si pone perlomeno qualche domanda. E a dire il vero, qualche spiegazione in più avrebbero potuto darcela, dal momento che si tratta di un prodotto originale e non di un adattamento da light novel ancora in corso a soli fini pubblicitari. Ne voglio scegliere due che riguardano l’architettura generale della storia. Che razza di world-building è stato progettato per Iroduku? Prendiamo Nagi no Asukara come pietra di paragone. Si tratta di un mondo immaginario coerente e ben definito. Abbiamo due popoli, uno isolano e l’altro subacqueo, in conflitto tra di loro. Il fantastico ovviamente si discosta dalle leggi fisiche, ma risulta credibile perché si dà delle regole e le rispetta. Al contrario, in Iroduku il soprannaturale appare decisamente forzato, se non addirittura stonato. Ci troviamo in una Nagasaki realistica, in un contesto scolastico, dove la magia (in realtà, un pizzico di magia) è sulla bocca di tutti. Sembra un inserimento posticcio per far quadrare i conti. Vi immaginate se in Orange Road tutti sapessero dei poteri di Kyosuke? Ci sembrerebbe strano e persino fastidioso. Passiamo alla seconda questione: il viaggio nel tempo non sembra pretestuoso? Solitamente si ricorre a questo espediente se c’è dietro un solido motivo. Ad esempio, quando il protagonista deve porre rimedio a un errore che condiziona il proprio futuro o quello dell’umanità (pensate soltanto a Erased o a Madoka Magica). In Iroduku non si capisce fino in fondo perché Hitomi debba affezionarsi a dei ragazzi che dovrà prima o poi abbandonare per tornare alla triste realtà del 2078. Ci rimane il dubbio che la nonna avrebbe potuto aiutare la nipote in altri modi! Inoltre anche i problemi di Hitomi con i colori avrebbero potuto regalarci qualche momento in più di poesia. A questo punto non bastava descriverla come una ragazza fin troppo timida e introversa? Un vero peccato che, come per Orange, l’elemento soprannaturale rovini uno slice di ambientazione scolastica che altrimenti sarebbe stato molto più interessante. |
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Punti di forza | Storia godibile. Ottimo comparto tecnico. Personaggi a cui è facile affezionarsi. |
Punti di debolezza | Fragile impianto narrativo alla base delle vicende |
Visione del mondo | Il compito della magia è di rendere felici le persone. |
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